Le origini dell’azienda hanno un preciso riferimento, rintracciabile in Umbria alla fine del XIX secolo: nel 1884 viene fondata a Terni la prima acciaieria Italiana di proprietà dello Stato. Nel 1904, solo pochi anni più tardi, la Terni ingloba due importanti cantieri navali l’Odero di Genova e l’Orlando di Livorno e stipula un accordo commerciale con l’inglese Vickers Ltd. di Londra (1905), dando così origine a una nuova società che porterà alla costruzione di una fabbrica di artiglieria navale alla Spezia: la Vickers Terni Società Italiana Artiglierie ed Armamenti. La Società è finanziata con un capitale sociale di 2.500.000 lire e sottoscritta rispettivamente dalla Terni, dalla Vickers, dai Cantieri Navali Orlando, dai Cantieri Navali Odero e da Giuseppe Orlando e Attilio Odero in proprio. Tra il 1906 e il 1908 viene realizzato, quindi, in località Melara, lo stabilimento Vickers Terni, a cui vengono affidati lo studio, lo sviluppo e la produzione di armi e sistemi per la Marina Militare e l’Esercito Italiano. Lo stabilimento contribuirà alla costruzione di molte delle armi usate durante il primo conflitto, fabbricando circa 3 mila e 500 affusti e oltre 5 mila cannoni di cui diventerà azienda specializzata.
La localizzazione dell’insediamento alla Spezia, zona considerata strategicamente sicura, non è casuale, in quanto nella città operavano già l’Arsenale Militare e il cantiere del Muggiano, uno dei primi cantieri navali nazionali. La nuova industria si dimostra fin dai primi anni della sua esistenza attiva e capace di rispondere alle specifiche esigenze che la Nazione e il mercato richiedevano e, superato il periodo di avviamento, si dedicherà anche ad un’intensa produzione di artiglierie terrestri.
Lo scoppio del primo conflitto mondiale dà un ulteriore impulso all’attività dello stabilimento e alle Acciaierie di Terni, facendo diventare il gruppo Terni unica industria italiana in grado di produrre artiglierie pronte per l’uso. Alla fine della Prima guerra mondiale, con la diminuzione della domanda le industrie italiane si trovano in uno stato di profonda crisi, soprattutto quelle che collaborano con le Forze Armate, in quanto il governo sospende le forniture di materiali bellici, revocando le commesse. Lo stabilimento Vickers Terni cerca di adattare i suoi impianti alla produzione civile, ma il rallentamento dell’attività che durerà fino al 1926, porta alla crisi dell’azienda. La Vickers ritira la sua partecipazione azionaria alla società e nel 1927 viene costituita la Odero Terni, Società per la Produzione di Natanti, Macchine Utensili e Armamenti, che comprende la ex Vickers-Terni e i cantieri Odero, che a loro volta, nel 1920, avevano rilevato i cantieri Fiat- Ansaldo – San Giorgio (ex Muggiano). Le fusioni societarie continuano e dal 1929 la Società Cantieri Navali Odero incorpora la Odero Terni e i Cantieri Orlando di Livorno. La nuova azienda si presenta, quindi, come Società per la Costruzione di Navi, Macchine ed Artiglierie Odero Terni Orlando Anonima, costituendo un complesso meccanico navale i cui insediamenti produttivi sono: lo Stabilimento Artiglierie della Spezia (ex Vickers Terni), il Cantiere del Muggiano (ex Fiat San Giorgio), il Cantiere di Sestri Ponente (ex Odero) e il Cantiere di Livorno (ex Orlando).
Nel 1933, quando è costituito l’Istituito per la Ricostruzione Industriale (IRI), la Odero Terni Orlando, insieme all’Ansaldo diventa una delle prime Società a farne parte e questo fa sì che la OTO riprenda la redditizia e gloriosa produzione di armamenti.
Scoppiato il Secondo conflitto mondiale, a partire dal 1943 inizia in Italia la crisi dei gruppi navalmeccanici. I bombardamenti, che colpiscono in maniera devastante La Spezia, distruggono in parte gli stabilimenti meccanici, costringendo l’azienda a diversificare la produzione militare nei confronti di quella civile: si avvierà un lungo periodo di riconversione che vedrà la OTO impegnata nella produzione di materiale rotabile ferroviario e mezzi agricoli, con la nascita nel 1949 del il primo trattore.
Dopo il conflitto nel 1949, la Società Ansaldo incorpora la Odero Terni Orlando, compresi i cantieri del Muggiano e di Livorno mentre la Termomeccanica e la Meccanica della Melara vengono scorporate in società autonome ma saranno gli anni ’50 a determinare i più incisivi mutamenti societari.
Tra il 1950 e il 1951, infatti, a causa di vertenze sindacali, lo Stabilimento è occupato dalle maestranze e la Direzione trasferita a Genova. L’azienda è messa in liquidazione e data in gestione a una nuova Società con sede a Roma, che prende la denominazione di Meccanica della Melara.
Nel 1955, alcune modificazioni dello Statuto societario danno vita alla Società OTO Melara con capitale sottoscritto dalla Società Finanziaria Finmeccanica, dall’IRI e dalla Società di Gestioni Azionarie “S.A.G.E.A”. In questo periodo, grazie ai cospicui aiuti economici e commesse, l’Italia assume una posizione autonoma per la produzione militare nell’ambito del sistema difensivo della NATO e, in particolare, la OTO Melara diventerà first contractor per la Marina Militare Italiana e per l’Esercito Italiano, costruendo veicoli militari e cannoni e assumendo il ruolo, dal ’60, di prima industria del settore.
Nel 1973 il controllo della società passa alla Finanziaria Ernesto Breda determinando l’uscita dell’OTO Melara dall’IRI, alla volta dell’ingresso nel gruppo EFIM.
Da quella data in avanti l’azienda collezionerà una serie di successi e affermazioni con la produzione dei veicoli da trasporto truppe cingolate, carri da battaglia, artiglierie campali, mentre dagli anni ’80 con il supporto della Fiat e dell’IVECO procederà alla progettazione di propri veicoli blindati e cingolati.
Dal lontano 1905, la società ha continuato a riscuotere brillanti risultati commerciali, sia nel campo navale sia in quello terrestre e aeronautico, presentandosi come uno dei maggiori interlocutori industriali delle Forze Armate di tutto il mondo, rivestendo il ruolo di leader mondiale nella produzione di cannoni navali di piccolo e medio calibro, con strutture di ricerca e sviluppo che vanno dalle artiglierie ai veicoli blindati, dalle munizioni navali ai sistemi antiaerei, vendendo ad oltre 60 paesi dei 5 continenti.
Dopo la fusione, avvenuta nel 1994, con Breda Meccanica Bresciana, la Società ha operato attraverso i due stabilimenti della Spezia e di Brescia, facendo capo, fino al 2015, a Finmeccanica, uno dei più importanti gruppi industriali italiani nei settori: Aeronautica, Spazio, Elicotteristica, Difesa, Elettronica e Elettronica per la Difesa, Cyber Security e Information Technology.
Dal 1 gennaio 2016 OTO Melara S.p.A si è fusa per incorporazione, insieme a Wass, in Finmeccanica S.p.A. ora Leonardo. Attualmente fa parte della Divisione Electronics Business Area Defence con gli stabilimenti di La Spezia e Brescia.