Anche quest’anno l’annuale cerimonia della premiazione dei “Seniores d’azienda”, organizzata nello stabilimento bresciano della OTO Melara, viene arricchita da un’interessantissima novità. Come già era accaduto in passato l’evento, puramente aziendale, acquisisce anche una valenza culturale che contribuisce a dare un valore aggiunto alla già sentita e partecipata cerimonia.
Dal 2013 infatti, grazie alla stretta collaborazione tra il Gruppo Seniores e l’Associazione Museo della Melara, ha preso forma un progetto di valorizzazione storica teso a raccontare le radici della Breda Meccanica Bresciana attraverso immagini, documenti e oggetti d’archivio.
Il progetto, inizialmente partito con la mostra fotografica “Alle origini della Breda Meccanica Bresciana dalla fondazione alla ricostruzione 1924-1955”, si è fino ad ora concretizzato con la costituzione di una sorta di museo aziendale permanente, che si affianca alla già esistente esposizione di armi storiche di produzione Breda, allestita in uno spazio all’interno dello stabilimento. Il percorso espositivo, oggetto di interesse da parte di un vasto numero di visitatori, nel corso di questi due anni è stato arricchito con oggetti e materiali. Il video “Breda Sezione VI – Una fabbrica bresciana nella storia” presentato lo scorso anno, ad esempio, ha contribuito a raccontare, attraverso suggestivi frammenti d’archivio e spezzoni di video d’epoca, la nascita e lo sviluppo della fabbrica bresciana.
Da questi presupposti nasce dunque il desiderio di dar nuovamente vita ad una parte di quella storia raccontata in maniera così evocativa da alcune delle immagini già presenti in mostra, nella sezione dedicata ai “Danni di guerra”. Si tratta dei rifugi antiaerei, i cosiddetti “bunker”, fatti costruire dall’azienda durante la seconda guerra mondiale quale ricovero per le maestranze durante i bombardamenti e oggi utilizzati come muro di cinta e protezione esterna.
Il primo passo del lavoro è stato dunque quello di proporre la fattibilità del progetto alla Direzione OTO Melara e alla Società FGS (Finmeccanica Global Services), proprietaria dell’immobile che si sono dimostrate fin da subito favorevoli al buon esito dell’iniziativa.
Le fasi operative hanno avuto un iter molto complesso. Attraverso un accesso di fortuna, si è potuto verificare lo stato di fatto interno al rifugio, che risultava ormai in disuso da circa 60 anni. La perizia ha permesso di constatare che la struttura in muratura si presentava ancora in buono stato, al contrario dell’illuminazione, degli arredi interni (panche) e delle biciclette usate all’epoca per la ventilazione e produzione di corrente elettrica che risultavano essere in evidente degrado. Conseguentemente è stata fatta una valutazione dei costi, che ha portato alla necessità di coinvolgere per il ripristino alcuni sponsor locali che hanno intuito la validità dell’iniziativa, dimostrandosi interessati al progetto.
E’ stato dunque formalizzato il progetto esecutivo per il recupero del locale. Punto di partenza è stata l’individuazione della posizione dove poter effettuare l’apertura per l’ingresso, indicata in una zona esterna dello stabilimento, nel rispetto delle norme di sicurezza interna.
Una lunga lista di attività ha incrementato il capitolato dei lavori, richiedendo anche il supporto di alcuni tecnici e professionisti. Tutti i lavori di ristrutturazione sono stati fatti nel rispetto della struttura preesistente, così come si addice ad un buon progetto di restauro conservativo. Nello specifico è stata creata una rete di illuminazione interna, sono state ricostruite le panche in legno che ospitavano i rifugiati, ripristinate le biciclette, i kit di areazione, e ristrutturati i volti e le crepe in muratura all’interno del bunker.
A completamento dell’opera è stata creata un’area espositiva, allestita sia con fotografie raffiguranti il rifugio nel suo stato originale, sia con oggetti d’epoca utilizzati dai lavoratori durante la permanenza all’interno del sotterraneo.
A coordinare le operazione Maurizio Martina, Presidente dei Seniores di Brescia e membro del Comitato Tecnico Scientifico dell’Associazione Museo della Melara che in questo duplice ruolo ha saputo coniugare sia gli aspetti tecnici dell’iniziativa sia quelli culturali.
Con il ripristino del rifugio si compie un altro importante tassello nell’ambito della valorizzazione della memoria storica aziendale, aspetto culturale da sempre caro alla OTO Melara. Il bunker, così ripristinato, contribuirà dunque ad arricchire il percorso espositivo già allestito presso lo stabilimento bresciano e potrà essere fruibile sia per le delegazioni e gli ospiti interni all’azienda sia per visitatori esterni, scuole e cittadinanza.
Foto storiche del Bunker
Lavori restauro
Dopo il restauro
Inaugurazione
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PANNELLO INFORMATIVO
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