Si è svolto l’incontro “Pratiche di utopia. I progressi della Difesa al servizio del mondo Civile”

Si è svolto l’incontro “Pratiche di utopia. I progressi della Difesa al servizio del mondo Civile”

Il 10 novembre, nello splendido contesto dell’ADI Design Museum di Milano, l’Associazione Museo della Melara, nell’ambito della XXII Settimana della Cultura d’Impresa, ha organizzato un incontro dal titolo “Pratiche di utopia. I progressi della Difesa al servizio del mondo Civile”. Importanti esponenti del mondo della cultura, dell’impresa e del design hanno portato la loro attenzione sul rapporto tra il settore della Difesa e quello Civile, facendo riferimento alla persona come intersezione tra due mondi apparentemente separati, ma in realtà profondamente connessi. La Difesa rappresenta infatti un’esigenza primaria che diventa complesso di valori sociali e tecnologie d’avanguardia: per scopi di Difesa si intraprendono percorsi progettuali, si producono innovazioni e si generano rappresentazioni simboliche che incidono positivamente sullo sviluppo della collettività. Quotidianità e immaginario sono spesso permeati da idee e prodotti sviluppati inizialmente per ragioni militari: da internet alla medicina, fino al design e alla moda che sono debitori di continui trasferimenti conoscitivi ed estetici mutuati dalla Difesa alla vita tutti i giorni.

Dopo i saluti istituzionali di Luciano Galimberti, Presidente dell’ADI Design Museum, e di Massimo Gualco, Vice Presidente Associazione Museo della Melara, i relatori, secondo un ideale alfabeto e tramite riferimenti iconici, hanno espresso una serie di riflessioni sulla Difesa in rapporto al Civile, sviluppando un interessante e articolato dibattito moderato e introdotto da Antonio Calabrò, Presidente di Museimpresa.

Gli interventi si sono aperti con Alessandra Vesco che, con la A di Archivio, ha parlato dell’Archivio Storico OTO Melara che conserva le memorie dell’azienda, oggi Leonardo, che si dedica ai Sistemi di Difesa da quasi 120 anni. L’Archivio è stato considerato come sistema di relazioni con al centro non solo il documento, ma anche gli uomini e le donne che quel documento hanno prodotto, raccolto e custodito. Il rapporto tra persona, fabbrica e prodotto nel corso del tempo si è materializzato nelle carte, nei progetti tecnici, nelle immagini, in un percorso storico tra mondo della Difesa e mondo Civile.

Il Professor Aldo Colonetti, filosofo del Politecnico di Milano, è partito dalla B di Bussola, strumento che indica la direzione utile nei vari ambiti operativi: un simbolo perfetto per sintetizzare il tema generale dell’incontro. Colonetti ha infatti proposto una riflessione da un punto di vista laico su come le ricerche nel settore della Difesa hanno aperto nuove possibilità di innovazione e sviluppo nei confronti del settore Civile. I riferimenti sono stati tra i più impensati, come gli anfibi usati da soldati “reinventati” come articolo di moda da Elio Fiorucci, analogamente a quello che succede per lo zaino, dotazione storicamente indispensabile per i militari. Esattamente come Facis, storico marchio nella produzione di abiti, che alcuni decenni fa sceglie di promuovere il completo maschile giacca-pantaloni, quasi fosse una “divisa”, per l’uomo di tutti i giorni.

Marco Ferrante, Direttore della rivista Civiltà delle Macchine, esempio perfetto per la C, ha tracciato un breve excursus sulla nascita della rivista nel 1953 e sulla figura del suo primo Direttore il poeta ingegnere Leonardo Sinisgalli. La rivista è nata ponendosi l’obiettivo programmatico di superare la divisione tra le cosiddette “due culture”, umanistica e scientifica, e viene ripubblicata nel 2019 da Fondazione Leonardo, come strumento culturale ideale per varcare confini concettuali, interrogando varie discipline e interrogandosi sulle sfide del presente e del futuro. Secondo questa prospettiva, essa diventa un buon esempio per il superamento dello steccato ideologico tra Difesa e Civile.

Gli ultimi due interventi hanno raccontato 2 esperienze significative di dialogo fra Difesa e Civile, nel segno della D di Design. Giulio Luchetti ha parlato del suo lavoro di designer e della mostra Razione K (2015) ospitata dalla Triennale di Milano, esposizione che ha portato l’attenzione su queste particolari confezioni alimentari per i soldati, veri e propri oggetti di studio per il mondo del design che rispondono a precisi parametri progettuali e funzionali, quali minimo ingombro, attenzione per i dettagli, per le forme, per i codici colore, ma anche per il rendimento energetico e calorico di il pasto del militare in azione, una riflessione sull’essenzialità di una forma di design anonimo legata al cibo.

Il contributo di Moreno Ferrari è stato invece raccontato nuovamente da Aldo Colonetti: le divise, l’uniforme oltre ad essere abiti sono veri e propri “messaggi” semantici sulla funzione e sul ruolo. “Parlano” della persona che le indossa. Ogni loro caratteristica, l’uso di particolari tessuti o elementi risponde ad un preciso scopo operativo. E quello che nasce nel settore della Difesa, si rivela uno straordinario terreno di scoperte per quello Civile.

Un tema di forte attualità, insomma, destinato a non esaurirsi in questo singolo incontro, ma ricco di spunti futuri per condurre una interessante riflessione sul nostro tempo e su una “cultura della Difesa” che ha portato molti dei progressi che caratterizzano le nostre vite.